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Attraverso il massaggio della mappa corporea, presente sui piedi, si ristabilisce l’equilibrio energetico e quindi fisico della persona. La riflessologia è una terapia olistica, basata quindi sul principio che ogni aspetto della vita dell’individuo influirebbe sul benessere e sulla salute della persona e ha l’intento di operare il presunto “riequilibrio dell’intero organismo al fine di stimolarne le capacità di autoguarigione”. In quanto terapia non convenzionale, la riflessologia può avere una duplice applicazione: può essere utilizzata in alternativa o come supporto alle terapie mediche convenzionali. Si tratta di un massaggio che si applica soprattutto ai piedi e alle mani basandosi sulla corrispondenza dei punti che dalle terminazioni nervose sono collegati ai vari organi del corpo (le cosiddette zone riflessogene). Le reflessologie sono la proiezione completa ancestrale di tutto il corpo solo su una parte di esso. Immaginiamo di fotografare una persona, rimpicciolirne la foto e proiettarla solo su una parte del corpo. Le terminazioni nervose attraverso processi d’afferenza ed efferenza, trasmettono dall’interno verso l’esterno e viceversa disagi e problematiche degli organi interni.

Con questa tecnica di massaggio si andrebbe ad agire sull’organo, ghiandola o parte del corpo collegata per riflesso su palmi di piedi e mani apportando beneficio e guarigione da disturbi passeggeri quali dolori vari, indigestione, stress e tensione nervosa, emicranie. Uno dei motivi per cui si ottiene beneficio e riequilibrio energetico a seguito dell’applicazione di questo tipo di massaggio si basa sulla liberazione di endorfine attraverso lo stimolo nervoso del cervello, ma le teorie principali che cercano di spiegare i meccanismi che governano l’efficacia della riflessologia sono almeno sei: stimolazione nervosa, basata sulla relazione fra le terminazioni dei nervi presenti nelle zone riflesse ed il punto in cui è presente il dolore. La pressione sulla zona riflessa avrebbe quindi il compito di inviare comunicazioni al cervello, stimolandolo a intervenire sul problema riscontrato. Liberazione di ormoni, fondata sulla scoperta del controllo del cervello sull’apparato endocrino. Secondo la teoria della riflessologia è sufficiente massaggiare le zone riflesse doloranti, per stimolare il cervello a liberare ormoni cerebrali, quali l’endorfina, con conseguente azione terapeutica. Stimolazione del sistema linfatico, favorita dalla pressione di alcuni punti riflessi che attuerebbe l’accelerazione della circolazione linfatica con benefici su tutto l’organismo. Stimolazione del sistema sanguigno, avente lo scopo di migliorare la circolazione e diminuire la presenza di scorie. Potenziale elettrico, che si creerebbe tra varie parti del corpo. In base al modello della riflessologia, i punti riflessi sono paragonabili agli interruttori mentre gli organi svolgono la funzione di accumulatori e quindi agendo sugli interruttori si riattiverebbe la circolazione elettrica. Influenze psicologiche, spiegabili con la grande importanza che la mente riveste sulla origine dei disturbi fisici. La Riflessologia plantare ha una storia antica: i primi trattamenti realizzati massaggiando i piedi sono stati applicati in Cina ed in India nel 5000 a.C., dove si usavano terapie mediche utilizzanti la pressione delle dita per influenzare i campi energetici dell’organismo (agopuntura, digitopressione, shiatsu). Tutt’ora è una disciplina abbastanza diffusa anche in Occidente. A testimoniare l’antichità di questa pratica è la “Tomba dei Medici” a Saqqara (Egitto, 2330 a.C. circa), dove sulle pareti è dipinta una scena di massaggio dei piedi e delle mani. La pratica venne esportata più in occidente grazie al famoso medico greco Ippocrate che insegnò ai discepoli il massaggio dei piedi.

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Tecnica della riflessologia plantare

La Tecnica della Riflessologia plantare è semplice. Con una mano si sostiene il piede da massaggiare, mentre si utilizza l’altra per praticare una pressione sui punti. Tale pressione si effettua con un movimento rotatorio solitamente effettuato attraverso il pollice, ma anche delle altre dita. Possono essere utilizzate anche le “nocche”, che servono per raggiungere le zone più difficili da trattare come quelle situate nel tallone. Far ruotare le dita dei piedi procura una sensazione di rilassamento benefico. La pressione esercitata deve agire in profondità e dobbiamo massaggiare in modo tale che la persona avverta una sensazione di lieve dolore. Si inizia dal tallone salendo verso le estremità delle dita (secondo il flusso dell’energia dei meridiani); al contrario, sul dorso del piede l’energia va dalle estremità ai malleoli. L’operatore di Riflessologia plantare massaggia per alcuni secondi ciascuna zona del piede per localizzare le zone doloranti, poi si concentra su di esse alternando il massaggio dei punti dolenti con il massaggio rilassante su tutto il piede. La pressione va dai 5 ai 20 secondi e si esercita agendo in profondità nel tessuto muscolare. La Riflessologia plantare sblocca molte tossine che dovranno essere eliminate quindi, occorre prudenza per non sovraccaricare gli organi stessi. Il massaggio, eseguito in senso orario, favorisce le funzioni del corpo, mentre in senso antiorario le inibisce, in ogni caso si segue, istintivamente, la giusta direzione senza ricorso di nessun schema.

Chi si rivolge al terapeuta dovrà innanzitutto sottoporsi a un’anamnesi completa. Dopo la raccolta anamnestica il soggetto che si sottopone alla seduta di riflessologia plantare viene fatto accomodare su un lettino reclinabile; il terapeuta esaminerà il piede verificando conformazione, colore, temperatura, l’eventuale presenza di vene varicose e di calli o duroni ecc. Terminata questa verifica ha inizio il massaggio. Le sedute di riflessologia plantare non devono essere effettuate nel caso siano in corso processi infiammatori di tipo acuto o nel caso in cui il soggetto sia febbricitante. Durante la seduta vengono massaggiate tutte le aree riflessogene su entrambi i piedi. Il primo trattamento dura all’incirca un’ora e i benefici che se ne traggono sono già percepibili, se non altro per il massaggio plantare, in grado comunque di apportare sollievo al paziente. Secondo i riflessologi anche i bambini possono essere sottoposti a trattamenti di riflessologia plantare; la durata del trattamento in questi soggetti è generalmente di minor durata.

Chi pratica la riflessologia plantare ritiene necessarie 6-8 sedute per trattare una determinata malattia, ma esistono casi estremi nei quali la cura può avere effetto quasi immediato (2-3 sedute) o non la può avere affatto: in quest’ultimo caso è meglio indirizzare il paziente al suo medico. Questa posizione dimostra l’infondatezza della tecnica che si basa sull’effetto risultato e sull’effetto coincidenza. La riflessologia plantare non è un tipo di terapia che comporta solitamente effetti collaterali.